Crittografia Pt II

L’arte del nascondere

Dopo aver analizzato la prima parte della crittografia, andiamo più in profondità.

Lo scopo della crittografia non è quello di nascondere il messaggio, MA di nascondere il suo significato!
Aumentiamo il nostro vocabolario con nuovi termini:

Crittoanalisi: Tecnica con cui si riesce a interpretare un messaggio senza conoscere la chiave. (dal greco kryptós, “nascosto”, e analýein, “scomporre”).
Chiave: Influenza il processo di cifratura. È una parola stabilita tra il mittente e il destinatario. Su di essa si basa la segretezza.

Altro esempio degno di nota è il cifrario di Giulio Cesare. Era un metodo veramente semplice, si trattava di traslare le lettere di 3 posti in avanti. Quindi la A diventava la D, la B diventava la E, la Z diventava la C, proprio perchè “riniziare” l’alfabeto.

Il Cifrario di Giulio Cesare - Bitcoin dalla teoria alla pratica

Quindi il mio diminutivo BARNO si tramutava in EDUQR.

Un pò come il farfallino, ve lo ricordate?
COFO MEFE STAFA IFI?

Altro cifrario particolare fu quello di Polibio. Particolare perchè venne pensato per fare una sorta di telegrafo ottico. Spieghiamo prima la sua tecnica. Si crea una matrice 5×5 e in ogni casella si inserisce una lettera. Spesso la I e la J sono nella stessa casella.

Il Cifrario di Polibio - Bitcoin dalla teoria alla pratica

Cosi per scrivere BARNO si prendono le coordinate della riga e della colonna e si ottiene il risultato 12 11 42 33 34.
E perchè un telegrafo ottico? Il messaggero era dotato di 5 torce per mano e alzava il giusto numero di torce in base al messaggio da comunicare.
Nell’esempio BITCOIN (forse a quei tempi c’erano i sesterzi?), il messaggero si sarebbe comportato in questo modo:

  • B: 1 torcia a sinistra, 2 torce a destra.
  • I: 2 torce a sinistra, 4 torce a destra.
  • T: 4 torce a sinistra, 4 torce a destra.
  • C: 1 torcia a sinistra, 3 torce a destra.
  • O: 3 torce a sinistra, 4 torce a destra.
  • I: 2 torce a sinistra, 4 torce a destra.
  • N: 3 torce a sinistra, 3 torce a destra.


Ed ecco gli arabi che oltre ad inventare diverse tecniche di crittografia inventarono anche la crittoanalisi, cioè interpretare il messaggio senza conoscere la chiave.
La chiave, nell’esempio del cifrario di Giulio Cesare, è 3 posizioni avanti dell’alfabeto.
Qui anche l’Italia si fa avanti, con Giovanni Soro, il primo importante decrittatore Europeo, e con l’architetto Leon Battista Alberti che proponeva le cifrature polialfabetiche, ovvero utilizzare non uno ma più alfabeti con l’obiettivo di offuscare maggiormente il messaggio.
La crittografia monoalfabetica non era così forte, infatti una crittoanalisi di un messaggio di Maria Stuarda fu decodificato. Il testo conteneva una cospirazione per assassinare Elisabetta I.

Che cosa si intende con più alfabeti?
Lo scopriremo nella prossima puntata!

 

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