Crittografia Pt I

L’arte del nascondere

Durante la creazione del video corso e del libro Bitcoin dalla teoria alla pratica ci siamo imbattuti in una parte fondamentale del protocollo, la crittografia.
Ma quali sono state le tappe fondamentali che la storia ha percorso per arrivare a scoprire la crittografia asimmetrica utilizzata in Bitcoin?

La prima volta che ho avuto a che fare con la cifratura e la decifratura è stato da piccolo, a mia insaputa, durante il caricamento di Monkey Island, o ancora durante il gioco Indiana Jones and the Fate of Atlantis.

La crittografia monkey island bitcoin dalla teoria alla pratica

Entrambi ricordano la tecnica utilizzata da Enea il tattico che utilizzava un sistema meccanico di dischi forati.

Ma andiamo per ordine, dando delle definizioni ai termini base.
Il vocabolario delle parole chiave aumenterà strada facendo.

 


Messaggio in chiaro: testo che non ha subito cifrature, interpretabile da chiunque.
Cifrare: Trasformare un messaggio in chiaro in un messaggio
incomprensibile.
Crittato: Messaggio a cui è stato applicato la cifratura.
Cifrario: È il metodo di cifratura.
Decifratura
: L’operazione inversa di cifrare, convertire un messaggio cifrato in chiaro.


 

È una storia affascinante che descriveremo a puntate.

L’obiettivo principale che la crittografia vuole raggiungere è nascondere il messaggio a chi non deve leggerlo, e dare la possibilità al destinatario di decifrarlo, e quindi di leggere il messaggio in chiaro e quindi di comprenderlo.

Le prime tecniche però si basavano sull’offuscare il messaggio cioè di coprirlo. Questa tecnica prende il nome di steganografia.

Dal greco:
Steganòs = coperto
gràphein = scrivere

Le prime tecniche utilizzate nell’antica Cina sono quelle utilizzate oggi dagli spacciatori internazionali. Gli ovuli. Infatti il messaggio veniva scritto su una seta molto fine e poi coperta di cera. Il messaggero, dopo aver inghiottito l’ovulo, si recava dal destinatario per consegnarlo (💩).

Altra tecnica utilizzata nell’antica Persia da Erodoto era quella di scrivere sulle teste rasate degli schiavi e aspettare che i capelli fossero ricresciuti per occultare il messaggio. A quel punto lo schiavo partiva verso il destinatario, che a sua volta doveva rasare i capelli al messaggero per scoprire il messaggio.

Tali tecniche soffrivano di un problema molto grande, se i nemici fermavano i messaggeri e scovavano il messaggio potevano interpretarlo senza problemi.
Ecco che da qui è nata la necessità della crittografia.
Il suo scopo non è quello di nascondere il messaggio, MA di nascondere il suo significato!

Dal greco:
Kryptòs = nascondere
gràphein = scrivere

Riporto le tecniche che mi hanno maggiormente emozionato.

La storia della crittografia - Scitala - Bitcoin dalla teoria alla pratica

La tecnica della scitala, utilizzati dai magistrati di Sparta.

Che cosa è la scitala?

La scitala è un bastone rotondo, lungo e liscio. Il mittente e il destinatario avevo due scitale identiche, per dimensioni e diametro. Il mittente avvolgeva un nastro di cuoio intorno al bastone facendo attenzione che questo non lasciasse nessuno spazio tra i lembi.
Una volta che il bastone era completamente ricoperto dal cuoio, veniva scritto il messaggio sopra di esso seguendo la lunghezza della scitala. A lavoro finito il cuoio veniva srotolato e consegnato al messaggero che aveva il compito di portarlo al destinatario. In questo modo anche se veniva intercettato da un nemico, quest’ultimo non era in grado di decifrare il messaggio in quanto non aveva la scitala adatta per mettere nel giusto ordine le lettere.
Solo il destinatario con la scitala identica al mittente poteva decifrarlo.

Possiamo paragonarla alla crittografia simmetrica dei giorni nostri.
Geniale.

La storia della crittografia - Cifrario di Enea il tattico - Bitcoin dalla teoria alla pratica

Altra tecnica menzionata all’inizio di questo articolo è quella utilizzata da Enea il tattico.

Consisteva in un disco con 24 fori, ciascuno dei quali era assegnato una lettera disposte in ordine alfabetico. Un filo partiva dal centro e “bucava” i buchi per scrivere il messaggio. Il destinatario doveva sciogliere la matassa prodotta dal filo per decifrare il messaggio che a quel punto era scritto al contrario. 

Sicuramente una crittografia meno potente della scitala ma comunque degna di nota.

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